Innen Hui - aussen Pfui

Bei meinen Studien zum Verhalten der Italiener am Pool und im Fitness-Center bin ich auf eine interessante Besonderheit gestossen. Ich nenne sie mal die Barfussphobie.

Es sieht so aus, als ob sich die Italiener(innen) besonders stark vor dem Kontakt ihrer nackten Füsse mit den Böden von Umkleidekabinen und Duschen grausen.

Bei meinem ersten Probetraining in einem Fitnesscenter hatte ich meine Badelatschen vergessen und wollte gerade todesverachtend barfuss duschen. Ja, ich gebe zu, ich trage bei solchen Gelegenheiten auch lieber Badelatschen, aber zu Not gehe ich auch mal barfuss.
Meine italienische Mitturnerin, mit der ich mich gleich nach dem Kurs und auf dem Weg in die Umkleidekabine sehr nett unterhalten hatte, wollte mich von dieser unhygienischen Tat bewahren und bestand darauf, dass ich mir ihre Badelatschen ausleihe.

Da sie Philosophielehrerin an einer amerikanischen Schule war, war sie ausserdem interkulturell erfahren und konnte mir sogar erklären, dass alle Italiener Panik davor haben, den Boden von Duschen oder Umkleideräumen barfuss zu betreten. Diese Obsession ist offenbar so stark, dass man nicht nur seine eigenen Füsse schützen will, sondern sogar fast fremde deutsche Frauen vor dem unhygienischen Barfusskontakt mit öffentlichen Böden bewahren muss.

Ich war irgendwie gerührt und fand ihr Bemühen für die Hygiene meiner Füsse sehr zuvorkommend, aber auch ein bisschen eigenartig. Auf alle Fälle kann ich mir nicht vorstellen, dass mir in deutschen oder schweizer Umkleidekabinen etwas Ähnliches hätte passieren können.

Dann sah ich dieses Dingsbums: 



Es handelt sich um eine kleine runde Plattform aus Plastik mit ca. 40 cm Durchmesser. Die Plattform lässt sich in der Mitte falten. Auf der einen Seite ist eine Art Handtuchstoff, auf der Unterseite Plastik. Auf diese Plattform stellt die hygienebesessene Italienerin ihre Füsse, wenn sie nach der Dusche die Badelatschen abstreifen muss, um sich umzuziehen ohne dabei den Boden berühren zu müssen. Jetzt muss sie endlich nicht mehr auf die Bank steigen, sich auf Ihre Strassenschuhe stellen oder (am schlimmsten) eines ihrer eigenen hygienisch reinen Handtücher auf den Boden der Umkleidekabine legen. Che schifo!

In meinem Fittnesscenter habe ich schon einige Frauen mit diesen kleinen Umziehteppichen gesehen.
Ich gebe zu, ganz verkehrt ist das nicht. Die Böden von Umkleidekabinen in Fitnesscentern oder Bädern können schon mal ekelig sein. Ich frage mich allerdings, ob diese Plattform nach 100 Benutzungen noch so hygienisch ist. Und dann wird der bunte Plastik-Tappetino weggeschmissen, vergammelt auf einer Müllhalde und braucht 5000 Jahre bis er abgebaut ist…
Insgesamt halte ich diesen Hygienefimmel für übertrieben. Und ich finde diese Fixierung auf extreme Sauberkeit in der Privatsphäre auch ziemlich daneben. Zu Hause hält Mama alles hygienisch rein. Man muss sich nur mal das Angebot an Reinigungsprodukten in den Regalen italienischer Supermärkte anschauen. Biologisch abbaubare Reiniger haben da Seltenheitswert. Aber chlorhaltige Powerbleichmittel gibt es in 100 Variante.
In der italienischen Öffentlichkeit geht es dagegen zumeist eher schmutzig zu. Kein Mensch hält sich an das Gesetz, das vorschreibt, dass Hundebesitzer die Exkremente ihrer Lieblinge von der Strasse entfernen müssen; das Müllproblem ist allzu bekannt; die Abgase der Autos ersticken ganz Rom unter einer grauen Smogglocke etc.
Diese Diskrepanz zwischen privatem Sauberkeitsfimmel und öffentlichem Schmutzfinkentum ist eines der wenigen Dinge, die mich in Italien aufregen.



La Fobia dei Piedi Nudi


Durante la mia indagine sul comportamento degli italiani in palestra e in piscina ho trovato una particolarità interessante. La chiamo la fobia dei piedi nudi.

Sembra che l’italiani se schifaino moltissimo del contatto dei piedi nudi con i pavimenti degli spogliatoi o delle docce pubbliche.
Quando ho fatto il mio primo corso di prova in una palestra romana, avevo dimenticato le mie ciabatte. Ammesso che anch’io preferisco fare la doccia con le ciabatte, ma in caso di bisogno vado senz’altro a piedi nudi.
Una compagna del corso con cui avevo parlato un po’ dopo il corso voleva assolutamente salvarmi da questo atto antigienico e insisteva a prestarmi le sue ciabatte.

Siccome questa donna solidale era una professoressa di filosofia in una scuola americana, aveva una esperienza interculturale e poteva anche spiegarmi che tutti gli italiani erano ossessati da questo panico di toccare i pavimenti o docce a piedi nudi. Ovviamente questa ossessione é cosi forte che la non potersi neaché supportare che una donna straniera faccesse questa atrocità.

In qualque modo mi sentivo commossa e trovavo il suo sforzo per l’igiene dei mei piedi molto premuroso, ma comunque un po’ strano.
In ogni caso é proprio assolutamente inimmaginabile una situazione del genere in un spogliatoio tedesco o svizzero.

È poi ho visto questo aggeggio:



É un tappetino pieghevole di plastica con un diametro di circa 40 cm. Disopra c’é una spugna di cotone e la parte inferiore é di plastica.

Sul questo tappetino l’italiana ossessionata all’igiene può finalemente mettere i piedi quando sfila le ciabatte dopo la doccia per vestrisi senza essere costretta toccare il pavimento. Senza salire sulle panche, senza mettre i piedi sulle scarpe di passeggio o ancora peggio, gettare un asciugamano sul pavimento.
Nella mia palestra ho gia visto qualche donna che utiliza questo tappetino.
Purtroppo tutto ammesso forse non é propio una cattiva idea. I pavimenti degli spogliatoi delle palestre e delle piscine possono fare schifo. Ma mi chiedo se dopo 100 usi questo tappetino sia ancore veramente igienico. É la plastica del tappetino ci voranno 5000 anni per degradarsi in una discarica pubblica...
In tutto trovo questa mania dell’igiene un po’ esagerata. Mi salta ai occhi che in Italia c’é una fissazione sulla pulizia assoluta nella sfera privata. A casa la mamma tiene che tutto sia immacolato e igienico. Una occhiata al reparto detergente nei supermercati basta: una varietà incredibile di prodotti, i prodotti biodegradabili sono rarissimi, ma di detergenti con cloro super potente e tossico ci ne sono centinaia di varianti.

La sfera pubblica in Italia è magari abbastanza sporca. Tutta la città é un campo minato di cacce dei cani. Certo c’é una legge che dice che i proprietari dei cani devono rimouvere la cacca delle strade, ma quasi nessuno rispetta questa legge. Il problema dei rifiuti é infamato e lo smog soffoca Roma sotto una cappa grigia che è visibile da chilometri fuori la città.

Questa discrepanza fra la mania della pulizia nel privato e la sporcizia nel pubblico é una delle poce cose che mi fanno arrabiare del Italia.

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